Buon
lunedì a tutti!
Ho
deciso che il lunedì deve essere la giornata seria della settimana. Non ho
aperto questo blog con l’intenzione di deprimere me stessa e gli eventuali
lettori, ma credo che un argomento semi-serio a settimana vada affrontato.
Dopotutto la vita non è solo una corsa sfrenata verso obiettivi lontanissimi,
per i quali fatichiamo come bestie. Rallentare un minuto, pensare un po’ e
riflettere, non fa male. Anzi, potremmo ricordarci di avere un cuore che vuole
anche momenti di interiorità.
Oddio
come sono profonda stamattina! Forse ho mangiato pensante ieri…!
Prima
di andare in ufficio, ho accompagnato una persona alla quale tengo moltissimo a
fare un esame piuttosto fastidioso: una elettromiografia. Si tratta di una
analisi che controlla lo stato dei muscoli tramite scosse elettriche e aghi nel
bicipite e sotto il ginocchio.
Sono
stata un’ora sulla sedia, friggendo, a guardare questo esame. Mi dispiaceva
tantissimo che questa persona dovesse sopportare quel tipo di dolore, mi
infastidiva non poter fare assolutamente niente e sono uscita dallo studio
medico barcollando.
Mi
ha fatto venire in mente tutte quelle infinite volte che mia mamma mi ha
accompagnata da mille medici a fare esami e analisi dolorose. Uno non si rende
conto di cosa si tratta finchè non lo prova, frase banale ma verissima. Sei lì
a fare il tuo esame, di fatto sei da solo, subisci tutto e speri che finisca
presto. Non ho mai pensato, però, a cosa provasse mia mamma, che stava seduta
sulla sedia come se fossa ricoperta di puntine, ad aspettare che finissi. Non
ci ho mai pensato fino ad oggi, ed è una sensazione tremenda.
Non
sai bene a cosa può portare quell’esame, magari avrà esiti tremendi. Poi sei lì
fermo e non puoi aiutare la persona a cui vuoi bene a sopportare il dolore. In
più, non hai niente da fare, e ti puoi concentrare solo sul tuo nervosismo.
Insomma,
una vera rottura di scatole.
Sono
i due lati della trincea che apparentemente non si incontrano, ma invece provano
quasi le stesse sensazioni. Purtroppo, non credo ci sia soluzione: se devi fare
un certo esame, lo fai e basta, sapendo e sperando che potrà portare alla conclusione
del tuo problema. Se stai accompagnando qualccuno, subisci uno stress
psicologico infinito, consapevole di essere inutile in quel momento.
Poi
l’esame passa, finisce, e rimane solo uno stato di ansia latente in tutte e due
le parti.
Quello
che però è davvero importante, forse anche più dell’analisi stessa, è sapere
che in quel momento, mentre soffri, c’è lì accanto qualcuno che se vacilli, ti
prenderà al volo, anche se non piò fare molto, sarà lì a fare il possibile.
Sai, poi, che se anche puoi solo assistere, sei lì, pronto a scattare come una
molla, se il tuo caro ne avrà bisogno.
A
volte, curare i sentimenti e le emozioni è più utile che curare solo il fisico.
Riflettiamo
e progrediamo.
XOXO