Buon lunedì ragazzi!
Questo non è un lunedì come gli altri. Si sente ormai nell’aria
l’odore della festa e si intravedono dei giorni di vacanza! Cosa farete di
bello? Spero abbiate organizzato qualcosa di spettacolare! Non capita tutti i
giorni di avere dei giorni liberi!
Oggi, in linea con il post di ieri, voglio continuare a
parlare di università e corsi all’estero.
In particolare, voglio raccontarvi della mia esperienza a
Londra!
Ho sempre avuto una forte passione per tutto quello che è
diverso e lontano da me. Non solo: per me, ogni occasione è buona per fare la
valigia e partire per qualche posto sconosciuto. Meglio se posso passarci delle
settimane: mi piace immergermi in culture lontane, o anche vicine, purchè siano
diverse dal mio quotidiano tran tran.
L’anno 2011 è stato un anno bellissimo: ho dato delle materie
che mi piacevano, mi hanno accordato la partenza per l’Erasmus a settembre e mi
sono iscritta a un corso di diritto internazionale a Londra. Più precisamente,
alla London School of Economics and Political Science, LSE per gli amici.
I miei non erano particolarmente d’accordo, ma ogni volta che
vado da qualche parte non sono pieni di gioia, quindi ho imparato a passare oltre.
La LSE organizza una bellissima scuola estiva, promuovendo
tantissimi corsi su varie materie, da economia a giurisprudenza a contabilità
eccetera. Sono corsi di livello diverso che trattano diversi rami dei settori,
ma sono tutti egualmente validi e di prestigio.
Io scelsi International Law, Contemporary Issues, un corso di
diritto internazionale declinato nelle varie tematiche che più sono di
interesse oggi. C’erano due tipi di lezioni: in una classe più piccola, eravamo
un gruppo di circa quindici studenti, seguiti da un assistente della cattedra
di diritto internazionale; poi c’era la classe ampia, dove eravamo tutti
insieme, ed eravamo circa un centinaio di persone. I professori erano diversi,
tutti incredibilmente preparati e gentili. Amavano la partecipazione degli
studenti e ci incoraggiavano affinchè esprimessimo le nostre opinioni.
La LSE ha varie residenze. Io andai in quella più vicina alla
scuola. Parliamo di Covent Garden a Londra, un posto meraviglioso che ha un
fascino anni ’60 senza essere eccessivo. Vivevo in una stanza singola in questo
studentato gestito da un funzionario dell’università, italiano, che per un
incidente aveva perso tutte le dita di una mano. La storia umana si ripete
sempre. La struttura aveva sia una stanza per socializzare, con la TV e i
divani, sia una dove studiare. Era sempre tutto molto tranquillo ed
estremamente controllato.
I materiali sui quali dovevo studiare mi venivano inviati
elettronicamente dai professori, mentre al primo giorno sono stata accompagnata
da una dirigente della scuola sia in giro per gli edifici, per individuare
subito le uscite di sicurezza, sia in biblioteca. La LSE ha una biblioteca incredibile.
Onestamente avrei vissuto volentieri dentro la loro biblioteca.
Dal primo all’ultimo giorno delle mie tre settimane londinesi ho avuto due
ragazze volontarie della scuola che mi hanno accompagnata in giro, dalla
residenza alle lezioni, al piccolo supermercato di fronte all’università, alla
mensa e così via. Addirittura, prendevano appunti per me e poi me li inviavano
via email! Alla fine, una di loro mi ha accompagnata a Gatwick a prendere l’aereo
per tornare a Roma.
È stata la mia prima esperienza all’estero da sola e devo
dire che mi è rimasta nel cuore. Non solo ho potuto studiare esattamente quello
che volevo, ma tutto è andato alla grande. Non ho mai dovuto chiedere per
favore di essere aiutata, nessuno mi ha fatta sentire diversa, anzi ho notato
che i disabili venivano trattati con i guanti bianchi. Vivere a Londra, poi, è
qualcosa di incredibile, un momento stupendo che a dire il vero mi manca
tantissimo. Mi ricordo che avevano avvertito anche la studentessa che viveva
nella mia residenza e che dirigeva la vita studentesca dentro l’edificio che,
se avessi avuto bisogno di qualcosa, mi potevo rivolgere anche a lei. Ragazza
molto simpatica, greca, che faceva un dottorato in relazioni internazionali
alla LSE.
Io ho organizzato tutto da sola, semplicemente scrivendo
email all’ufficio che dirige la scuola estiva. Sono poi stata messa in contatto
con il responsabile dei disabili e onestamente, niente è andato storto. Ho
anche conoscuto delle persone che frequento e sento ancora, austriaci,
venezuelani e americani.
La scadenza per partecipare a questi corsi, che consistono
anche di lezioni di inglese senza addentrarsi in altre materie, è intorno ad
aprile. Se non ci avete mai pensato o se ci avete pensato, vi piacerebbe ma non
ne avete ancora trovato il coraggio, vi posso dire che a me è andato tutto bene
perché tutto è stato organizzato nel dettaglio.
Let’s go to
London baby!
XOXO