Buon giovedì a tutti!
C’è qualcosa nel giovedì che mi
tira su di morale.. Per fortuna!
Ci avviciniamo a grandi passi al
Natale e siamo già in Hannuka! Quindi facciamo gli auguri ai nostri amici di
fede ebraica! Si sa poco dell’ebraismo,
purtroppo. Conto di scrivere un post a breve sul tema perché davvero merita!
Oggi vi voglio raccontare di una
bellissima esperienza che mi è capitata ieri.
Insieme al medico della
Federazione Italiana Canottaggio, Prof. Antonio Spataro, sono stata ospite del
convegno al Palazzo dei Congressi di piazza Kennedy all’EUR sulle malattie
rare.
Sono intervenute molte
personalità del settore, tra cui i rappresentati delle varie associazioni
italiane che si occupano di questa materia delicata. Io non credevo di dover
anche parlare, ma quando il professore mi ha presentata all’accreditamento come
relatore, sono cadutra dalle nuvole! Ho scoperto all’’ultimo minuto di dover
anche fare un intervento davanti la platea. Bene!
Prima di presentarmi, hanno fatto
vedere sul monitor la finale dei Mondiali di Amsterdam dello scorso agosto. Un’emozione
incredibile. Siamo arrivati terzi, ma quel bronzo pesa tantissimo e per me ha
un valore inestimabile! Quando poi ho preso la parola, ero molto emozionata.
Vedere la finale è qualcosa di incredibile e tutti i sentimenti di quei tre
minuti e spiccioli di gara riaffiorano e si fanno sentire.
Ho parlato della mia esperienza
prima come malata di patologia rara, poi come disabile sensoriale all’interno
delle scuole pubbliche italiane e dell’università, poi di come e perché sono
arrivata al canottaggio. Il caso e le circostanze mi hanno portata a questo
sport. Quando si parla di segni, credo che si intenda proprio questo. Non posso
avere un punto di vista medico o amministrativo sulla materia, non essendo
proprio il mio campo. Ho potuto, però, parlare di come si fa a stringere i
denti e andare avanti nonostante le difficoltà ambientali e la cattiveria della
società. Sono estremamente scettica nei confronti delle credenze popolari
secondo le quali avere una diversità fisica, sensoriale o intellettiva comporta
vivere da vegetale. Sono anche completamente indifferente nei confronti di
tutti coloro che cercano solo di demolirmi e ridurmi a qualcosa che io non
voglio essere. Purtroppo, se vivi in Italia con un handicap, devi rivestirti di
egoismo e indifferenza, non perché siano sentimenti belli, ma perché devi
difenderti. L’importante, secondo me, è che noi malati di patologie rare o
portatori di un qualsivoglia handicap, ci facciamo sentire poco. Nessuno sa
niente di noi perche l’ignoranza va combattuta, ma l’ignoranza della gente
esiste per colpa nostra. Ci nascondiamo chiediamo per favore, bussiamo piano
piano quando invcece dovremmo arrivare come tir carichi di cemento sulle
opportunità che ci spettano di diritto. Crediamo che, avendo una difficoltà,
siamo meno legittimati di tutti gli altri ad arrivare a certi obiettivi e,
pensando noi questa sciocchezza, tutti quelli che ci circondano sono portati a
pensarla così.
Invece, dobbiamo andare là fuori
e prenderci con le unghie e con i denti quello che ci spetta perché è nostro e
basta.
A questo punto, applausi a scena
aperta durante il convegno.
Leggete, informatevi e fate girare
tutte le notizie che trovate. Andate là fuori e prendetevi tutto quello che vi
spetta. Non c’è altro modo per andare avanti, affermandosi nel modno e
progredendo nella propria esistenza.
XOXO