Ciao a tutti!
Lunghissimo silenzio, lo so, ma se vi raccontassi l’assurdità
della scorsa settimana, penso che anche voi stentereste a credere che il mondo
sia arrivato a un tale livello di bassezza e falsità. Non voglio rinunciare all’idea
di essere ottimista e alla ferrea volontà di avere sempre un approccio positivo
e costruttivo nei confronti della vita. Pertanto, dopo averci pensato su, ho
deciso di evitare il resoconto di questi ultimi 9 giorni.
Parliamo invece di qualcosa di bello, utile, fresco, giovane
e a dir poco fighissimo, se mi passate il termine!
In occasione della Fiera della robotica di Roma, di dieci
giorni fa, tenutasi all’istituto superiore Leonardo Da Vinci in via Cavour, ho
finalmente avuto l’onore di conoscere i ragazzi e le ragazze di Horus Technology!
Dopo mesi di contatti via messaggio e email, siamo riusciti a
incontrarci! Ammetto, poi, di esserne stata piacevolmente sorpresa: parlare con
loro è come parlare ai compagni di università, semplice, leggero e divertente.
Poi, però, penso: questi tre sono veri e propri imprenditori e geni!
Per chi di voi non conoscesse Horus Technology, vi metto in
fondo al post i link alle loro pagine web. In breve, questi due ingegneri e
questa business manager, tra i 21 e i 23 anni, dal nulla, o meglio, da un’idea
nata dopo aver dato una indicazione stradale a un non vedente, hanno intrapreso
un percoso davvero affascinante e ricco di ambizione.
Vogliono creare un ausilio per talpette come noi che possa
riproduree in maniera sistematica, tramite processi matematici e meccanici, il memeccanismo
che di solito porta l’occhio a vedere e il cervello a riconoscere l’informazione
e dare l’input per integragire con esso.
Tra parentesi, ci stanno riuscendo!
Una piccolissima telecamera posta su una cuffietta vede l’oggetto
o la scritta, la elabora e la dice a voce alta nell’orecchio della talpetta, in
maniera molto discreta e senza dare nell’occhio.
Intrigante, affascinante, difficile, ambizioso e complesso: LO
ADORO!!!
Ovviamente, però, questa idea ha un lato negativo: essendo di
difficile realizzazione, ha bisogno di grandi fondi per essere sostenuta e poi
essere prodotta in massa per il mercato. Non giriamoci intorno: hanno bisogno
di soldi. Noi tutti, nel nostro piccolo, qualcosa possiamo donare, ma non
basta.
Invito tutti coloro che hanno a disposizione delle
conoscenze, dei contatti, uno zio miliardario che non sa come investire enormi
quantità di denaro, a collegare queste cerchie con i ragazzi di Horus.
Io ve lo giuro: nel momento stesso in cui aprirà lo store che
venderà il mitico apparecchio, io sarò fuori, sul maeciapiede, a fare la fila
per acquistarlo. E so che anche voi, tutti, sarete lì con me.
I ragazzi hanno fatto una figura eccezionale alla Fiera della
robotica, ma vanno ben oltre.
Non esito a definire la loro idea visionaria e geniale.
Pertanto, hanno attirato anche l’interesse della comunità scientifica
internazionale. Infatti, tra pochissimo, partiranno per Berkeley, California,
per partecipare al Global Social Venture Competition. Mi dice Benedetta,
business manager dell’impresa, che questo contest raggruppa imprenditori di
tutto il mondo il cui scopo non è solo quello di portare sul mercato dei
prodotti con un valore tecnologico e meramente commerciale, ma con un ritorno
di successo anche dal punto di vista sociale. I ragazzi partono domani, e noi
gli facciamo i nostri più sentiti ICAB, perché davvero se lo meritano!
Ringrazio Benedetta, Martina, Luca e Saverio: a mio avviso,
siete delle menti geniali, guidate da uno scopo nobile. Che cosa può chiedere
di meglio questo Paese quasi in disgrazia? Direi che dobbiamo guardare al
futuro, voi rappresentate il vero futuro radioso di questa nazione.
Grazie ancora e ICAB!
XOXO
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