Ciao a tutti!
Domani mattina parto per la Svizzera. Non ne ho una gran
voglia questo autunno. Sento che ho la testa su mille altre cose che ho in
ballo e partire per Losanna mi sembra quasi una inutile distrazione, oltre che
una perdita di tempo. Però si tratta di qualcosa di importante, quindi vado e
faccio rapidamente.
Venerdì scorso ho indossato per la prima volta i panni della
maestra di inglese. Già da anni do ripetizioni a bambini di tutte le età, ma
non mi era mai capitata una classe intera! Una scuola vicino casa cercava una
insegnante di inglese e sono stata chiamata io, per infondere un minimo di
nozioni a bimbetti tra i 3 e i 6 anni.
Devo dire che è stato veramente divertente! Una volta a casa,
poi, mi sono schiantata sul divano dalla
fatica, ma è stato fortissimo!
Personalmente, non sono una di quelle ragazze che si
sciolgono non appena vedono un bambino. Il più delle volte, nemmeno noto se c’è
un infante nella stanza e se lo individuo, non mi interessa per niente. Quelle
persone che attaccano i passeggini stridendo come gazze alla visione di un
bambino mi sembrano più pazze che carine. Credo di non essere ancora entrata in
contatto con il mio lato materno, che al momento è pari a quello di una paletta
da gelato. Però, contrariamente alle mie aspettative, i bambini di venerdì
erano simpatici e abbiamo passato due ore molto gioiose insieme.
In particolar modo, mi ha fatto morire dal ridere vedere le
differenze tra bambini e bambine della stessa età. Le bambine, anche le più
piccole, erano composte, carine, educate, dici loro una cosa e la fanno,
sorridenti e molto attente a tutto ciò che accade intorno a loro. I bambini,
anche i più grandi, erano distratti, non ascoltavano, avevano maggiori
difficoltà a disegnare rispetto alle compagnucce di classe e non stavano seduti
composti nemmeno a legarli.
Momento a dir poco esilarante è stato quello delle scarpe. I
bambini nella sala restano senza scarpe e prima di uscire, chiaramente, devono
rimetterle. Le bambine si sono sistemate i calzettini rosa, si sono infilate le
scarpette e hanno aspettato tranquille che qualche adulto gliele allacciasse. I
bambini, dal canto loro, si sono rotolati per terra, si sono tolti i calzini,
se li sono tirati nell’occhio o appesi all’orecchio e si sono scambiati le
scarpe l’un l’altro.
Io guardavo e ridevo sotto i baffi. Possibile che siamo così
diversi sin da piccoli? Io non sono un medico o un antropologo, quindi posso solo giudicare solo
sulla base della mia personale esperienza.
A tutte le ragazze che pensano “i maschi sono scemi”, voglio
lanciare un messaggio di speranza. Esistono chiaramente delle differenze, altrimenti
i bambini che cercano di cavarsi gli occhi a colpi di calzino non si spiegherebbero, però
con il tempo, alcuni migliorano. Il cambiamento è la costante universale che ci lega tutti e anche i maschietti più apparetemente
irrecuperabili, possono diventare dei principini azzurri.
Poi sai, chi nasce capra, non muore Einstein.
XOXO