Ciao a tutti
Occhiochevivedo inizia il suo secondo anno di vita con una
giornata incredibile. Meglio e di più del solito circo.
Qualche ora fa ho incontrato la mia vicina di casa, una
quarantenne spettacolare, che ha un figlio di diciotto anni con una grave
disabilità motoria. L’ho vista ben agitata e le ho chiesto che cosa fosse
successo.
Lei ha davanti al nostro palazzo un parcheggio riservato,
dovendo appunto trasportare un ragazzo con handicap. Chiaramente, vivendo in un
Paese popolato in larga maggioranza da bestie, spesso e volentieri lo trova
occupato, nonostante il cartello di posto riservato. Oggi pomeriggio,
riportando a casa il figlio da scuola, vede una macchina che proprio in quel
momento stava parcheggiando al suo posto. Allora le fa segno che non può
mettersi lì e che quel posto in realtà è esclusivamente suo. La signora, che
forse andrebbe chiamata idiota in rispetto di tutte le signore educate, abbassa
il finestrino e dice “Ma che è lei l’handicappata?”.
Ovviamente, la mia vicina si è incavolata e le ha risposto
male, augurandole di non fare mai figli.
A me queste situazioni fanno salire la scimmia violenta.
Conosco benissimo questi momenti degradanti e ho sempre
pensato (notare che lo penso, ma non lo
dico e nemmeno lo faccio) che l’unica
strada percorribile sia quella di sfondargli il parabrezza con il cric per poi
prendere l’imbecille a schiaffoni fino a fargli uscire tutto lo schifo che ha
dentro. L’unico motivo per cui non lo faccio è che, con la sfiga che ho, sarei
la sola in grado di finire in galera in Italia. Non voglio inneggiare alla
violenza ma nemmeno fare discorsi falsamente pacifisti ed ipocriti, però si
vede che è da decenni che in questo Paese nessuno comanda davvero.
Se ci fosse un vero vertice, una autorità che realmente e
fattivamente fa rispettare la legge e le normali regole di convivenza civile
tra i cittadini, saremmo molto più progrediti di così. Ma ormai tutti pensano
di poter fare e dire ciò che vogliono. Tutti pretendono, tutti comandano e
nessuno si assume uno straccio di responsabilità. Pessima piega che sta
prendendo questo Paese….
Quello che mi lascia perplessa è che non sono i più giovani a
comportarsi in questo modo inconcepibile. È la generazione di mezzo, di quella
che teoricamente oggi rappresenta la classe dirigente, la generazione dei
quarantenni e dei cinquantenni. Molti di loro sono palesemente tossici,
andrebbero internati. Di bene in meglio, direi.
Mi è dispiaciuto così tanto per il ragazzo. Immaginate una
creatura dolcissima fatta solo di amore che sgambetta qua e là con l’aiuto
delle stampelle a tre piedini. Un cupcake alla vaniglia con le gruccette. E viene
regolarmente trattato come un essere inferiore, nonostante sia
intelligentissimo e parli tre lingue, il che lo colloca nettamente al di sopra
della media degli italiani. So perfettamente
quanta fatica e quanto pelo sullo stomaco ci vuole per passare oltre a queste
situazioni ignobili e non è giusto che un ragazzo si debba temprare sin da
piccolo per riuscire a sopravvivere. Come dico sempre, noi disabili siamo
tenuti a ribadire ogni singolo giorno che Dio ha messo su questa terra il
nostro diritto ad esistere. Questo non è giusto e nemmeno più accettabile in
Paese come l’Italia. Meritiamo tutti di meglio.
Poi, sono andata al colloquio di fine pratica forense
accompagnata dal mio dominus. Davanti al consigliere, l’avvocato mi ha
presentata quasi come una eroina, che nonostante tutte le difficoltà ha
studiato, top voti, borse di studio, lingue straniere e molto altro. Alla fine
mi sono beccata pure il plauso del consigliere dell’Ordine.
I due poli: da “ma che sei handicappata?” alla standing
ovation. Comincio a credere che la via di mezzo non esista.
Tornando a casa, mi sono presa un caffè in un bar. È arrivata
una signora con delle serie difficoltà di comunicazione. Non so esattamente
cosa avesse, ma riusciva a parlare solo con dei suoni molto particolari, però
si faceva capire lo stesso. Non mi era mai capitato di incontrare persone con
disabilità della parola. È davvero unica come situazione. In un mondo
esageratamente verbale ed articolato su fiumi di parole vuote, deve essere
proprio complicato riuscire a cavarsela.
Concludendo, credo oggi servano due cose, a tutti. La prima:
una società che sia realmente tale e al suo interno tutti devono sentirsi
partecipi alla vita, nella consapevolezza che viviamo insieme e il benessere
del singolo dipende dal benessere del gruppo. La seconda: una struttura sana,
solida, chiara e ben resistente che
consenta alla società di progredire. Si deve educare il consociato, prima di
dargli delle regole. Una volta educato, le regole devono essere fatte
rispettare rigidamente. Pugno di ferro. Che volete farci, sono figlia di
militare.
So di aver scritto un
post duro, ma è semplicemente la trasposizione di quello che accade nella
realtà. Se a qualcuno non è piaciuto, che legga il Topolino. Lì ci sono storie
che finiscono bene.
E tutto questo, in un sol giorno! Grazie al cielo domani è
venerdì!
XOXO