Parole che spezzano il cuore



Ciao a tutti ragazze e ragazzi.

Ma avete anche voi la sensazione che questo anno 2016 sia una colossale fregatura? Con chiunque parli, sento solo di problemi, difficoltà e noie di ogni genere. Sinceramente, non riesco nemmeno a ribattere, essendo anche io costantemente sotto una pioggia di tegole. Ormai ne ho talmente tante che posso costruirci un bel tetto. Che poi condonerò al primo mento buono… Chissà, magari sarà la mia prima casa di proprietà: una casa costruita con le seccature vissute finora.

Speriamo migliori! Dai 2016 che hai ancora 11 mesi per dimostrare che non sei l’ennesimo anno in salita!

Qualche giorno fa ho incontrato una signora che non vedevo da anni. Ormai ha l’età del cimelio storico che deve essere messo in museo, ma ha energia da vendere. È sopravvissuta a malattie, dispiaceri, lutti gravi e ogni genere di botta che la vita aveva ben in serbo per lei. E, indovinate un po’: non ha ancora perso il sorriso e la positività. Incredibile.

Ad ogni modo, mi ha raccontato che, come da anni, segue i bambini con disabilità intellettive e sensoriali in una scuola elementare. In particolare, mi ha raccontato la storia di una bambina non vedente dalla nascita, carica di aggressività. Cerca di farle capire che la vita scolastica è molto bella e divertente e per fare questo, le sta insegnando a usare la creta. Anche io da piccola avevo seguito un suo corso di ceramica con la creta e avevo prodotto con le mie manine un bel vaso tondo con coperchio. Ce l’ho ancora ed è una delle cose più soddisfacenti che abbia mai fatto.
Lo scorso semestre le aveva fatto fare una piccola rosa, con i petali, il gambo e le foglie. Da quanto era venuta bene, nessuno credeva che fosse una creazione della bimba, ma la realtà è che è stata proprio lei.
La madre della bambina, persona particolrmente nervosa a quanto pare, non voleva farla partecipare alla recita scolastica della classe. La signora, poco prima della messa in scena, ha visto la bambina trascinata fuori dalla scuola dalla madre. Le è corsa dietro, con le ovvie difficoltà del caso, ovviamente, e una volta raggiunte, le ha salutate e le ha chiestoi se volesse andare anche lei alla recita. La bambina, in chiara difficoltà, non rispondeva e allora la signora le ha consegnato la rosa di creta che era stata cotta ed era quindi finita. Purtroppo una foglia si è staccata appena la bambina l’ha presa in mano. Sono cose che succedono, alla fine si tratta di pezzettini di creta tenuti insieme con l’acqua del rubinetto. La signora ha iniziato così a rassicurarla, dicendole che non doveva preoccuparsi e che con un po’ di creta inumidita si poteva riattaccare. Ha passato allora la rosa e la foglia alla madre, la quale ha risposto “Non la voglia, che cosa dovrei farmene? Ormai è rotta”.
Quando me lo ha raccontato, per poco non mi mettevo a piangere. Certe frasi e certe parole dette dai geniutori hanno un impatto mostruoso, tant’è che la bambina ci è rimasta malissimo, ricevendo il segnale che quello che aveva fatto lei non valeva niente e che, in ogni caso, una cosa difettosa si butta via perché nessuno la vuole.
Credo che avere un figlio con una disabilità sia la cosa più terribile del mondo, perché sai che non sarà mai facile la sua vita, soprattutto in un Paese come l’Italia dove handicap è sinonimo di morte e compassione. Però, la sensibilità dei figli dovrebbe essere più importante del dispiacere e dell’imprevedibilità del futuro. Penso che i bambini sentano di appartenere innanzitutto alla loro famiglia e che da lì inizino a costruire la loro vita al di fuori delle mura domestiche, sapendo che però hanno qualcosa e qualcuno alle spalle. Sentirsi in grave difficoltà in casa deve essere terrificante. Ricordiamoci, per inciso, che questo è il Paese dove i genitori legano i figli con una disabilità imponente al letto quando devono uscire e nessuno può badare a loro. Quando una signoira me lo ha raccontato, mi si è spezzzato il cuore. Immaginate di essere legati alla testiera di un letto perché nessuno si cura di te e gli unici che possono farlo per un attimo devono uscire di casa per qualche ragione.
A volte mi chiedo se, in realtà, non siamo tutti scorticati e vulnerabili, mentre sopra indossiamo una bella maschera socialmente accettabile.

Alla fine di questo post, non credo ci sia una morale. Ognuno può trarre le conclusioni che ritiene opportune. Personalmente, credo che ci sia davvero troppo dolore nel mondo perché restiamo tutti fermi, inerti, nell’attesa di vedere il salvatore sul cavallo bianco che viene in noistro soccorso, perché tanto nessuno verrà ad aiutarci e se ce la caveremo, sarà solo perché abbiamo lasciato lacrime e sangue sul campo di battaglia, da soli.