Roma, Città Eterna della monnezza



Ciao a tutti

Settimana pesante, antipatica e piena di difficoltà. Come mi giro, c’è un problema. Come provo ad iniziare qualcosa, mi scontro su un ostacolo gigantesco. Come faccio una domanda, la risposta è immancabilmente no.
Chissà se andrà meglio.
In questo post vorrei raccontarvi della situazione dei rifiuti nel quartiere della Balduina a Roma. Spero che sia solo qui il problema e che voi più fortunati di altre zone non dobbiate lottare contro queste schifezze.
Questa estate vivevo nel quartiere Flaminio. Era il periodo della follia della spazzatura, quando non veniva raccolta, i sorci brulicavano felici e il caldo favoriva un allettante odore di cadavere putrescente nell’aria. Quanti bellissimi ricordi! Poi è arrivata Virginia, e in teoria la situazione si è risolta. Contemporaneamente sono partita per un mese a Sabaudia e poi Rio per le Paralimpiadi e mi sono tristemente allontana dal Monnezza-Gate. Ricordo, però, che la puzza di cadavere decomposto era ovunque, penetrante e disgustosa. Era insopportabile e distruggeva ogni ispirazione romantica di Roma di notte con il calore estivo.
Al rientro, mi aspettavo che il problema fosse stato risolto e invece scopro che durante la mia assenza era addirittura scoppiato uno scandalo riguardante il nuovo assessore ai rifiuti dei 5stelle e continuavo a vedere sacchi di spazzatura dappertutto. Ora, non serve il sindaco per gettare le cartacce dentro un cestino e non dove capita, oppure per raccogliere la cacca del cagnetto (e qui mi rivolgo alle vecchiette melefiche che non puliscono i bisogni dei loro piccoli mostri perché la terra è bassa ed  è sempre sorprendente scoprire la bestiola fa la cacca…). Basterebbe l’educazione che solo sonore mazzate sulla schiena possono impartire.
Però nemmeno si può tollerare che in una città da sei milioni di abitanti l’immondizia si raccolga ogni due giorni. Perché, almeno alla Balduina, l’immondizia ancora oggi si raccoglie ogni due giorni. La foto che vedete in testa è stata fatta vicino alla fermata Cipro, vicino a una scuola, luogo pieno di bambini, lavoratori in transito, case e addirittura in prossimità di un ospedale.
Ci sono due giorni di vuoto e poi, al terzo giorno, il camion arriva secondo le Scritture dell’Ama. Aggiungete poi che passano la notte gli “spazzini non cenvenzionali” impegnati nella ricerca di oggetti utili, cibo, e quant’altro. Ovviamente, quello che viene tirato fuori dal bidone, resta fuori dal bidone.
Non mi sembra una situazione normale per una capitale di un Paese in teoria evoluto e civile.

Sapete che non voglio mai parlare di politici in questo blog, che parlo di disabilità e gestione dell’handicap e cerco di darvi dritte utili, ma da quando sono tornata da Rio sento la necessità di utilizzare questo mezzo che ho per spronare gli animi, cercando chi ha un fuoco dentro di sé che vuole incendiare le regole di questa società malata e iniziare un nuovo corso, costruito su ideali e principi, indirizzato erso un futuro più onesto.