Ciao ragazze e ciao ragazzi
Sono finalmente tornata in terra romana dopo il mio giro
belgo-calabrese durato dieci giorni esatti. Il tempo passa come un lampo quando
ci si trova in bella compagnia però, dopo aver dato uno sguardo alle condizioni
pietose di camera mia, devo ammettere che dieci giorni si traducono in un
delirio turbinante che si scatena nel momento stesso in cui si varca la soglia
di casa.
Oggi parliamo di feste e celebrazioni e il 4 novembre ci offre
parecchio da festeggiare.
Sapete, o magari no e
in questo caso non è colpa vostra, che oggi si celebra la Festa delle Forze
Armate. Si tratta di una festività piuttosto risalente, istituita per la prima
volta nel 1919 in occasione della ricorrenza dell’entrata in vigore dell’armistizio
concluso con l’Impero austro-ungarico che sancì la vittoria della Prima Guerra
Mondiale da parte dell’Italia. Avrete perlomeno sentito da qualche parte la
canzone Il Piave Mormorava, da
qualche parte avrete visto dei militari in parata oppure, se vi trovate a Roma,
forse forse avete avuto modo di vedere il cambio della guardia dei Corazzieri
al Quirinale. Purtroppo oggi questo genere di feste non attira più molto
seguito. Si tratta di una ricorrenza celebrativa di un fatto storico avvenuto
quasi un secolo fa, in generale il sentimento di Unità nazionale o, anche solo
più semplicemente, di società non c’è più e ognuno tende a farsi brutalmente i
fatti proprio senza mai pensare che in realtà siamo una comunità, un popolo. Sarà
che il mio prim ricordo include delle divise dell’esercito, sarà che ho sempre
vissuto in un ambiente militare, sarà che iun generale mi piace andare contro
corrente e quindi adoro combattere l’indifferenza delle masse verso la Nazione,
ma devo ammettere che questa giornata ha una eco particolarmente profonda.
Il 4 Novembre si rende grazie a tutti coloro, soprattutto
giovanissimi, che hanno donato la vita per la libertà del proprio Paese. Erano persone
che realmente credevano in questo valore. Si rende grazie, a ritroso, a tutti
coloro che durante il Risorgimento hanno combattuto affinché noi oggi potessimo
sentirci un popolo unito sotto la stessa bandiera, legato dallo stesso
sentimento di indipendenza e giustizia che all’epoca smuoveva animi coraggiosi
e richiamava le persone verso gesti epici. Oggi rendiamo grazie a tutti i
militi, soprattutto a coloro che rimasero ignoti e non identificati, perché è per
mano loro che Trento e Trieste sono diventate definitivamente italiane. Oggi rendiamo
grazie a tutti quei papà e quelle mamme in uniforme che dedicano la vita al
lavoro duro, al sacrificio, ai principi nei quali credono dal profondo del
cuore e di certo sperano di rivedere in noi figli. Queste persone si augurano
che i loro sforzi e i loro dolori abbiano un senso, uno scopo ultimo e niente
vada sprecato in superficialità e decadenza morale e sociale. Oggi rendiamo
grazie a tutti coloro in divisa che vegliano sulle nostre città, sulle nostre
case e sulle nostre vite normali. Ringrazio anche perché consentono, nelle zone
più tristi della Terra, l’accesso alle cure e alle medicine della popolazione
locale martoriata da guerre, fame, malattie e povertà.
Per noi oggi tante cose sembrano banali talmente ci siamo
abituati. Per noi è banale prendere un aereo e andare a Copenaghen. Per noi è
normale uscire di casa per una pizza, per andare al lavoro o per andare dal
medico. Per noi è normale vedere una ingiustizia e lamentarci liberamente. Ci sono
stati tempi in cui tutto questo non era possibile e ci sono ancora luoghi in
cui la nostra normalità equivale alla loro utopia. Tutti questi esseri umani in
divisa che, giorno dopo giorno, guadagnano una miseria, dimenticati e snobbati
da tutti, sacrificano la loro vita per permetterci di essere tutto ciò che
vogliamo, dovrebbero ottenere il plauso collettivo di questo Paese.
Molto più modestamente, volgarmente e a forza di
strafalcioni, è arrivato anche il secondo compleanno di OcchioCheViVedo! Con i
denti e con le unghie siamo giunti al secondo anno di attività. Onestamente,
credevo che mi avrebbero letta solo mia madre e mia zia. Ma poi siete diventati
tanti e mi scrivete che i miei post di delirio totale vi piacciono e vi sono
addirittura utili!!! Ma chi lo avrebbe mai detto. Devo ringraziare la mia
mitica radiologa per avermi spinta ad iniziare questa avventura e magari le
farò anche una maglietta commemorativa.
Parlando del blog, ringrazio tutti voi per il sostegno e la
simpatia che i dimostrate qui, su Facebook e sui miei pochi video su YouTube. Siete
davvero carinissimi e spero davvero che queste mie chiacchiere farneticanti
possano almeno strapparvi un pensiero intelligente e un sorriso.
Ho deciso di cambiare la configurazione del blog e del canale
YouTube. Credo sia giunta l’ora di diventare più seria e attiva su questi due
super mezzi che ho a disposizione. Pensate a tutti i giornalisti che devono
fare due anni di pratica e poi un esame di Stato per essere abilitati… mi chiedo
cosa ne pensi Dante Alighieri dell’esame di abilitazione, o magari Leopardi, o
Petrarca… io invece ho la fortuna di mettermi a scrivere e di essere subito
online, pubblicata in mondovisione e spero di continuare al meglio.
Dalla prossima settimana vi aspettano due post e un video
settimanali. Argomenti trasversali, al solito, così da non essere mai del tutto
noiosa, così da potervi fornire info e dritte utili, oltre a quattro
chiacchiere in serenità e magari qualche pensiero serio. Sapete che ho la fissa
della comunità, dell’Unità nazionale e della Patria, quindi perdonatemi se miei
scritti cerco di risvegliare il dormiente sentimento patriottico che vive in
tutti noi ma che da decenni la politica cerca (e, purtroppo, ci sta anche
riuscendo) di estinguere.
Il principio è sempre lo stesso: pensiamo con la nostra testa
e creiamo nella determinazione di un futuro migliore per chi verrà dopo di noi.
E facciamoci anche due risate, già che ci siamo!
XOXO
Foto di Esercito Italiano