Ciao a tutti
Se non vivete dentro una caverna, saprete di certo che al
referendum ha vinto il no. Non era del tutto prevedibile o scontato. Credo sia
meglio evitare di ascoltare i media.. dopotutto la Clinton doveva stravincere! L’affluenza
è stata particolarmente alta, cosa abbastanza interessante per un Paese che
contro voglia si presenta a votare per un nuovo Parlamento.
Domenica notte ho assistito in diretta al discorso di Renzi
che, a seguito del voto negativo sulla riforma costituzionale, ha annunciato di
voler rassegnare le sue dimissioni. Un discorso molto british, compito e
ordinato, nel quale il Presidente del Consiglio si è assunto la responsabilità
della sconfitta e ha effettivamente detto “ho perso”. È vero che questa frase
non viene mai pronunciata dai politici italiani, sempre vincitori e viscidi.
Renzi non mi piace, ma ho apprezzato il tono diverso con cui ha portato a
termine il discorso. D’altronde, anni fa si era presentato come il rottamatore
della casta, anche se poi, a ben vedere, la casta lì era e lì è rimasta.
Credo abbia sbagliato a far diventare il voto sulla riforma
costituzionale un voto di favore o ostilità nei confronti di se stesso. Da un
lato, si svilisce l’importanza di una ipotetica revisione costituzionale, dall’altra
si confonde l’elettorato. I cittadini, infatti, nemmeno sapevano per che cosa
stessero votando. È sempre incoraggiante vedere il livello medio di
preparazione e intelligenza delle persone. Se invece questo referendum è stato
organizzato per essere il più solido e attendibile sondaggio politico che mai
sia stato fatto in questo Paese, allora Renzi è stato davvero furbo. Ponendo che
i voti sì fossero a suo favore, e non solo a favore della riforma, è venuto
fuori che da solo ha un elettorato più ampio delll’intero PD alle ultime
elezioni europee. Altro che sondaggi online e spese di organizzazione e
gestione. Lo Stato e la cittadinanza hanno pagato per il suo personale
sondaggio. Bella mossa.
Mi mette un po’ d’ansia la reazione delle forze politiche dopo
la proclamazione della bocciatura della proposta di riforma. Sembra che abbiamo
vinto chissacché. Sembra che abbiamo vinto la soluzione di tutte le malattie
oppure che abbiamo finalmente per le mani la formula della fusione fredda o
della lampadina che non si fulmina mai. Festeggiamenti, strette di mano,
abbracci, cori… ma siamo matti? Io sono sempre stata contraria a questa
revisione costituzionale che, in tutta onestà, era ridicola e volgarmente
ingannevole, ma non c’è proprio niente da essere felici e gioiosi.
Innanzitutto, ci ritroviamo con l’ennesima crisi di governo,
l’ennesima elezione anticipata, ennesima spesa per organizzare le elezioni, la
solita corsa ai ripari di chi teme il voto, così da sistemare tutti coloro che
in questi tre anni non è riuscito a sistemare. Siamo di nuovo in balia di
instabilità politica, tentativi di allungare il trattamento pre mortem di
questo Parlamento al fine di fargli vincere la lotteria (cioè la pensione
faraonica che li aspetta che le elezioni anticipate farebbero sfumare). Siamo di
nuovo su tutti i giornali mondiali additati come il Paese che non sta in piedi…
ma che cosa c’è da festeggiare? In più, ma per chi votiamo adesso? Io non ne ho
idea. Non voglio però nemmeno cadere nella trappola squallida di chi dice che
se non si vota si fa il gioco di chi vuole vincere per rubare dalle tasche di
questo paese. Ma perché, ci sono parlamentari o governanti che non rubano? E anche
se voto Tizio o Caio o magari Sempronio, poi questi lavoreranno? Io, quando
faccio un colloquio per uno stage pidocchioso, non retribuito, devo dimostrare
di saper svolgere il lavoro di chi ha già dieci anni di esperienza alle spalle.
Devo sempre studiare, aggiornarmi, spendere soldi e soldi in formazione post
lauream. Loro, invece, sono a stento alfabetizzati, hanno la responsabilità di
una intera nazione sulle spalle e addirittura si permettono di rubare,
imbrogliare, nascondere e falsificare così evidentemente. Senza decoro e senza
vergogna. E io dovrei votare per qualcuno di loro? Non mi considero una santa,
ma una base di onestà ce l’ho e non mi sento proprio di affidare il mio voto
all’ennesimo ladro.
Forse, svanendo il fine della riforma costituzionale in
favore di un voto su Renzi, gli elettori del no hanno semplicemente e
nuovamente espresso il desiderio che tutti questi personaggi vadano a casa. Il problema
è che non spariranno. Mai. Non saranno mai soddisfatti, sazi, gonfi di soldi
abbastanza da trovare la forza di ritirarsi. Sono divorati dall’ingordigia,
dall’avarizia e dall’avidità. Con i semplici e democratici metodi
costituzionali, queste sub-creature non schioderanno mai e poi mai.
Navighiamo davvero in pessime acque.
Poi accendo la televisione a pranzo e vedo la notizia della
rivolta a San Basilio, quartieraccio di Roma. Gli abitanti si sono ribellati
dopo che l’ennesima famiglia extracomunitaria si è vista assegnare la casa
popolare, mentre i cittadini continuano a vivere in roulotte, in capanne e
altre sistemazioni indecenti. Un signore, intervistato dalla giornalista, ha
affermato di non avere niente contro la famiglia marocchina in questione, ma di
essere ferocemente arrabbiato perchè tutti si vedono sempre passare avanti da
persone che qui ci sono arrivate ieri, mentre chi ha versato lavoro, sangue e
lacrime sin dalla nascita, rimane regolarmente dimenticato. C’è chiaramente una
base di razzismo in quello che è successo
a San Basilio, non c’è dubbio. Ma come possiamo dargli tutti i torti? Nessuno
vorrebbe che gli stranieri fossero mandati via a calci o respinti o chissà che
altro, ma non è davvero possibile che il cittadino italiano venga costantemente
o vessato o dimenticato dallo Stato.
Questo, purtroppo, è il gravissimo problema di un paese, di
una Pubblica Amministrazione e di intere generazioni di politici che ormai
hanno totalmente demolito il concetto di cittadinanza e di società. Perché agli
immigrati si dà tanto? Perché dietro c’è un mercato di maiali che in massa ci
mangiano all’infinito e questo mercato non esiste se non ci sono immigrati da
sfamare. Così, l’italiano è inutile, perché nessuno riceve sovvenzioni per dare
un pasto e un letto a un cittadino in difficoltà.
Mi chiedo da tempo quando ci sarà il punto di rottura. Il nostro
è un moto inerziale. Nessuno decide più realmente. Lo Stato non ha interesse a
curare la propria società e il proprio popolo, a meno che non ci sia modo per
guadagnarci senza fornire poi nessun servizio realmente fruibile. Tutto questo
va avanti da anni, se non da decenni, ma prima o poi si fermerà. Questa palla
di delirio, orrore, violenza e indifferenza è accompagnata da una fortissima
rabbia repressa. Prima o poi smetterà di rotolare e si fermerà. E quando si
fermerà, esploderà e lì saranno dolori per tutti. Perché dobbiamo arrivare
sempre all’ultimo per sistemare certe situazioni? Perché dobbiamo aspettare il
dramma prima di intervenire e migliorare quello che abbiamo tra le mani? Qui nessuno
è mai responsabile, nessuno è mai coinvolto, nessuno sceglie e nessuno decide. Ma
come è possibile?
Si dovrebbe tonare ai comitati di cittadini: quartieri che si
uniscono e iniziano a organizzare e sistemare il proprio territorio,
intervenendo dove possibile e rompendo all’infinito le scatole a chi di dobere
per ciò per cui non hanno competenza.
Come vedete, c’è davvero molto da festeggiare.