Ciao vacanze, benvenuta influenza! Racconti dal Friuli

Questo gennaio è lunghissimo!

Ciao a tutti

Aspettavo di essermi ripresa dall’influenza per ricominciare a scrivere, ma mi sa che aspetterò a lungo e quindi vai con il primo post del 2017! Tutto bello infetto e pien di microbi! Infatti, mi passa il mal di gola e mi viene il raffreddore, diminuisce il raffreddore e mi viene un virus intestinale micidiale… Non lo so, ho la salute dei vecchietti ormai che come prendono un colpetto d’aria, avvizziscono subito. Peccato che io abbia ancora 27 anni e dovrei teoricamente scoppiare di salute…

Ad ogni modo, come sono andate le feste? Avete mangiato come se non ci fosse un domani? Avete gozzovigliato e oggi sullo schermo della bilancia compare la scritta “Uno alla volta, prego”? Si? Bravi, io sono riuscita a limitarmi. E le feste sono passate, per fortuna. Onestamente, non credo che il prossimo dicembre riuscirò a sopravvivere alla stessa routine di stress e rotture di scatole.

Però, nota positiva: il 2 gennaio io e mia mamma siamo partite per Udine per andare a trovare la famiglia di mamma su al freddo e al gelo. Gente tosta, quella friulana, però più freddolosa di me! Vi dico solo che mio nonno ha normalmente in casa 28 gradi, indossando due maglioni.
Siamo andate in macchina, facendoci tre ore di coda per passare Firenze. Una volta arrivate, siamo state accolte dal classico calore familiare e dal maiale. Sì, dal maiale. Per 5 giorni il maiale è stato il piatto principale di pranzi e cene. Caldo affetto di famiglia misto a vampate di calore da digestione del porco. Alla fine, nei fumi del delirio digestivo, sono entrata in trip e ho seriamente considerato l’idea di diventare vegetariana. Io! Sentivo il fegato urlare di rabbia mentre il colon aveva deciso di migrare verso paradisi terrestri diversi dal Friuli.

Per chi di voi non sia mai stato in questa freddissima regione, bè, andateci. Possiede una marea di bellissimi luoghi, tradizioni secolari e la gente non è così distaccata come si pensa. Il fatto è che in Friuli si parla friulano e lo “straniero” – che potrebbe anche solo essere veneto – magari si sente un po’ tagliato fuori dai discorsi e dalla vita quotidiana. Ma una volta superato l’ostacolo linguistico, i friulani ti adottano direttamente.
Non vi voglio parlare del Castello di Udine, della meravigliosa piazza di Trieste a picco sul mare o delle spiagge di Lignano. Ci sono inibiti video su YT e infinite guide che vi raccontano di questi bellissimi posti. Io vi voglio parlare di quelle chicche che solo i locals conoscono ma che sono altrettanto interessanti, soprattutto sono molto divertenti.

Iniziamo col dire che l’interland udinese è una micro-galassia di piccoli paesi e paesotti, al massimo piccole cittadine e si sa, la vita del paese fa sempre un po’ ridere. Lontanissima dalla frenesia della metropoli, è il posto tipico dove succedono eventi da far sbellicare dalle risate. Ad esempio, nel comune di Pozzuolo, volevano installare un bell’abete nella piazza principale. Niente di strano, direte. Solo che quando si doveva sollevare in posizione verticale il caro alberone, c’erano solo 3  operai che non riuscivano a tirarlo su. Prova e riprova, niente da fare: troppo pesante. Anziché desistere e aspettare rinforzi, hanno deciso di decorare l’albero orizzontalmente, lasciandolo sdraiato in terra. Così, da albero di Natale, si è tramutato in presepe dove la parte più larga, ovvero la base, era la grotta e il resto della chioma era tutta adornata di luci. A ben guardare, a me sembra uno di quei pezzi di sushi a forma di cono, con l’alga fuori e dentro il riso, illuminato.



Solo nei piccoli paesi può succedere.



Se vi siete rotti di girare per i paesotti fuori Udine – che alla fine sono quasi tutti uguali – dovete imperativamente andare a Cividale. È dove sono nata io, una cittadina di origine romana fondata niente meno che da Giulio Cesare con il nome Forum Juli, più in là resa celebre dai longobardi. Fino alla metà degli anni ’90 era una cittadina di militari, cosa che è ancora, ma decisamente meno di allora. Circa un decennio fa, è stata completamente ristrutturata in tema medievale ed è davvero venuta bene. Di solito sono scettica sui remake dei tempi andati e preferisco una architettura anche visivamente moderna. Ma a Cividale il restauro in stile longobardo è venuto benissimo. Infatti, ci sono le comodità senza le quali non vivremmo, ma all’interno di una struttura che ci riporta indietro di molti secoli. Visitate il centro, il tempietto longobardo, la chiesa di S. Maria della Valle, fatevi cullare del rumore dell’acqua battente del fiume Natisone e attenzione al vento. Infatti, a Cividale non spira la bora come a Trieste, ma un ventaccio gelido che vi spezzerà le ossa perché niente, e intendo niente, vi proteggerà e vi terrà al caldo. I cancelli non si aprono, si gelano i cardini, il ghiaccio ricopre tutto e non si riesce nemmeno a respirare. Scegliete la giornata giusta, è meglio.



Per reintegrare le energie bruciate nel freddo, dovete assolutamente andare a mangiare al ristorante Pellegrino, che si trova poco distante dal ponte del Diavolo. Sì, abbiamo anche un ponte del Diavolo, dove il demonio è stato gabbato dall’astuzia umana. Non ci facciamo mancare niente, insomma. Comunque, il ristorante è a dir poco sublime. Cucina tipica cividalese – e non friulana, quei babbani – servita in una locanda molto bella e caratteristica. D’estate è anche possibile mangiare all’aperto con vista sui monti. D’inverno, vi accomodate in una sala con il camino acceso. Personalmente, vi consiglio i canederli spek e noci e gli gnocchi al San Daniele. Se siete amanti del formaggio, dovete provare il frico. Il servizio è da ristorante stellato, con camerieri mostruosamente professionali e gentili. All’inizio, oltre al classico cestino di pane che vi consiglio di divorare perché è esageratamente buono, vi porteranno una semisfera caldissima e appena sfornata di pasta della pizza. Non chiedetemi perché prenda quella forma, non l’ho capito. So solo che è a dir poco da leccarsi i baffi. Aggiungeteci anche un bel bicchiere di vino rosso che fa sangue, per terminare con un caffè accompagnato da un cioccolatino ripieno di grappa. E siete di nuovo pronti ad affrontare il gelo esterno!



Per le ragazze che non vogliono mai farsi scappare una occasione di shoppng, andate nel negozio sul corso La Petite Cocot Noir. La signora – anche lei altissima! – vi proporrà una serie di abiti bellissimi di Rinascimento e simili a prezzi davvero vantaggiosi e sempre con qualche sconticino in più.
Se capitate in quel di Cividale il 6 gennaio, non potete perdere la Messa dello Spadone, messa in onore del patriarca di Cividale e della sua spada. Nella stessa giornata, troverete anche manifestazioni di tiro con l’arco, combattimento in stile medievale e molto da mangiare e da bere. Purtroppo, non sono mai riuscita a partecipare ma ho deciso che il prossimo anno dormo direttamente a Cividale e la mattina, trovandomi subito lì, dopo una bella colazione a base di torta al cioccolato e grappa, vado. Nessuno vuole mai venire con me perché si muore dal freddo, ma penso che con la calzamaglia di lana tipo Super Pippo, posso farcela.

Poi, al rientro, consiglio un mese di dieta liquida e in bianco.


Buona polenta a tutti!