Ciao a tutti ragazze e ragazzi
Spero che questo ennesimo silenzio non vi abbia dato troppo fastidio. Cerco
sempre di rispondere a tutti i vostri messaggi e vi ringrazio. Siete davvero
molto carini e simpatici. Davvero, mi fa molto piacere sapere che ci sono tutte
queste belle persone dietro, dall’altra parte del monitor, che leggono i miei
post.
Oggi parliamo di un argomento inedito per Occhiochevivedo: relazioni
amorose – o quasi.
Non sono mai stata molto favorevole alla pubblicazione di quelli che
considero “gli affari miei”, ma questa volta quello che mi è successo riguarda
tutti noi. E con noi non intendo solo noi talpe, ma tutte le persone con
disabilità, soprattutto donne.
Antefatto.
Ad uno dei classici eventi alcolici del dopo-lavoro lussemburghese, ovvero
aperitivi nei quali solo si beve ma non si mangia mai, incontro un ragazzo. Diciamo
che sulla carta sembrava tutto perfetto: italiano, simpatico, interessante,
ottime scuole rinomatissime, viaggiatore, molte lingue e molte esperienze di
lavoro all’estero… tutto benissimo, se non fosse che, di pancia, l’istinto mi
dice che qualcosa non quadra. Sento, infatti, una nota stonata rispetto alle
altre ma decido deliberatamente di ignorare il mio povero istinto e di
procedere, positiva e nordeuropea che si apre al mondo.
Infatti, partendo per questa esperienza in Lussemburgo, avevo deciso di
cercare di smusare i miei angoli categorici, imperativi, malfidati, negativi, che
vedono sempre il peggio in tutto e tutti. Volevo iniziare un nuovo modo di
essere, più lineare e sorridente. Tutto giusto, se non fosse che il mio istinto
non mente mai. Ma questa volta l’ho lasciato da parte.
Dopo qualche tempo, noto nel ragazzo in questione una certa freddezza, un
distacco strano e lo affronto direttamente. Ricevo di risposta, avendolo
colpito sul tallone d’Achille, la seguente frase:
“Non esco con te per farmi psicoanalizzare. E poi io mi sto ancora
abituando a stare con una persona disabile”.
Prego???
Una voce fortissima dentro la mia testa urla “Vattene!”, ma continuo con il
mio mood britannico e resto calmissima. Chiedo, allora, di che cosa stesse
parlando, dato che non gli avevo mai chiesto nulla e certo non serve un
fenomeno di capacità fisiche per mangiare una pizza. Chiaramente, nessuna
risposta sensata. Però, una cosa la aggiunge all’allegro quadretto. Mi dice di
essere andato più volte a prostitute.
Con la mia calma da cretina del nord Europa ottengo il seguente risultato:
gli ho dato il potere e il tempo di mollarmi.
Esatto. Dopo tutto questo circo incredibile, la mollata sono io.
Ho passato qualche giorno di pessimo umore, per realizzare in seguito che
non era morto nessuno – anzi, mi ero liberata dell’equivalente maschile di una
brutta verruca plantare bruciata con l’azoto.
Riprendendomi, comincio a pensare in maniera un po’ più lucida. E qui la
situazione è profondamente antipatica.
Innanzitutto, la prima grande lezione è che il mio istinto non mente mai. Se
sento che qualcosa non va, vuol dire che davvero qualcosa non va. Sinceramente,
in tutta la mia vita, ogni volta che ho avuto una sensazione negativa riguardo
una persona, una situazione, anche solo un dettaglio fuori posto, ho sempre
ricevuto la conferma di quella sensazione. Magari penso sempre e solo male, ma
le conferme delle mie sensazioni sono arrivate immancabilmente. Così, ho deciso
di mantenere il sorriso, la positività e di continuare a seguire la luce di una vita libera e forse
un po’ più leggera, ma ascoltando in ogni occasione quello che la pancia, l’istinto,
mi dicono. Già vedo male, se poi metto il bavaglio ai miei personali radar di
orientamento, rischio solo di farmi autogol.
Dato per certo che il mio Io interiore la sa lunga e magari vede meglio di
me, parliamo della bellissima frase che mi sono sentita dire. Ennesima riprova
che la gente, spesso, parla solo perché fisicamente ha gli strumenti per farlo (lingua,
corde vocali, ecc) ma, di fatto, non ha alcun concetto da esprimere. Anzi,
sarebbe cosa molto gradita se moltissime persone facessero il santo favore di
rimanere il silenzio. Per sempre. Che meraviglia, un sogno.
Credo, purtroppo, che ci sia molta gente triste, vuota, priva di contenuti
intelligenti, insoddisfatta della propria vita e che prova piacere solo nel
vedere che altre persone si trovano in difficoltà. La verità è che, figlio di bracciante
irregolare con la terza media o figlio di banchiere con scuole da migliaia di
euro l’anno, se sei un poveretto senza nobiltà d’animo, valori e anima, sei e
rimarrai un poveretto.
Non sopporto questi finti cosmopoliti, che si vantano di aver fatto super
università, di aver lavorato in Giappone, di essere andati a cena nel mega
ristorante, e poi si ritengono superiori unicamente sulla base della ricchezza
economica. La noviltà non è questione di blasone, ma di cuore. Cala le ali,
idiota.
Donne, ragazze, ragazzine, ascoltatemi: che non succeda MAI più. Purtroppo so
che capiterà, so che qualcuno di chiamerà handicappate, che vi farà sentire
inferiori, cercando di sottolineare la vostra differenza rendendola un difetto.
Ma la vostra, anzi la nostra differenza è una ricchezza, è la nostra unicità e
ci distingue dalla massa di quelli che vivono solo di valori basati sulla superficialità.
Fatemi però la cortesia di rispondere all’insulto, perché di insulto si tratta.
Io ho sbagliato. Ho fatto la persona diplomatica, fredda, molto cool, nordica,
che resta sempre impassibile. Il caro vecchio vaffa sarebbe stata la scelta
giusta, accompagnato dal gesto del medio, tanto per sottolineare il concetto. Non
permettete a nessuno di dirvi cose del genere. Non permettete a nessuno di
schiacciarvi sotto la loro pochezza d’animo. Sono delle bruttissime persone che
purtroppo siamo costretti a sorbirci, di tanto in tanto, ma possiamo scegliere.
Possiamo scegliere se accettare o meno l’insulto.
Nessuno ha il diritto di insultarvi. Siete donne forti, intelligenti e
pienissime di risorse. Non avete bisogno dell’approvazione di un cretino che
non ha la benché minima idea di che cosa voglia dire vivere nei vostri panni. Per
quanto mi riguarda, non posso sapere chi e quando cercherà nuovamente di
insultarmi dicendomi che c’è qualcosa di strano in me che non consente una
relazione normale, di qualsiasi genere. Ma so che mai più accetterò di non
rispondere e mai più lascerò correre.
Maschietti. Se siete arrivati a leggere fin qui, vi faccio i miei
complimenti. Non solo vi chiedo di evitare di dire frasi del genere di quella
che mi sono sentita dire io, ma vi esorto ad evitare di andare a prostitute. È di
una tristezza incredibile, fa davvero schifo. Vi rende degli infra-uomini, cioè
maschi che in realtà non sono in grado di essere maschi per davvero. Cercate un
minimpo di dignità e autostima e magari provate a uscire con una vera ragazza,
forse vi piace e voi potreste piacere a lei. Non c’è modo di sapere se vi
farete male oppure no. Sta di fatto che andare a donnine è un orrore. Io,
personalmente, non voglio un ragazzo di qyesto genere. Ma poi immaginate: vi
sposate e lui va a donnine. Ci fate figli e lui va a donnine. Tremendo.
Cerchiamo tutti di recuperare una buona dose di autostima, di orgoglio e di
sanità mentale. Purtroppo il periodo non è dei migliori, lo ammetto, ma non ci
sono scuse per non essere persone che sono in grado di restare con la schiena
dritta. Riprendiamoci l’onore e la gioia di vivere, magari funziona.
Una piccola nota ai maschi, di qualsiasi età: smettetela di volerci
dominare. Non è cercando di domarci che voi starete meglio. Non è cercando di
metterci l’anello al naso che la vostra interiorità migliorerà. Non è
offendendo, urlando, picchiando o addirittura sfigurando, se non uccidendo, una
ragazza che la vostra vita sarà completa. Smettetela di pensare che la donna
sia un oggetto che deve essere acquistato, dominato e poi, eventualmente,
gettato. Ma a voi piacerebbe se qualcuno facesse questo a voi? Ma ci pensate
mai se si giocassi a parti inverse, come vi sentireste voi? Ci stareste a farvi
insulare, picchiare? Ci stareste a soccombere sotto il peso di una persona che
non apprezza mai quello che fate, che vi considera dei poveri idioti, senza
capacità alcuna di pensare?
Ragazze, se vi insulta, vi urla contro, vi fa sentire inferiori, vi fa pesare
la vstra diversità, o peggio, non vi ama. Non va bene. Lasciatelo lì dove si trova perché è malato e non farà
altro che intossicare la vostra vita. Vuole solo dominare. E voi potete fare
molto di più nella vita.
Che si prendesse un Tamagotchi se proprio vuole possedere una creatura.
Ricordatevi, poi, che non bisogna portare rancore. Ma non perché non è
giusto per voi, vi impedisce di andare avanti o che ne so io. Ma perché hanno
scientificamente provato che portare rancore e ripensare al passato porta al
tumore al cervello. E direi che non ne abbiamo bisogno!
Viviamo liberi!