Arte, fascino e un gin tonic nella meravigliosamente decadente Roma - Esibizioni per tutti

Ciao bellissimi lettori

Come state? Sentite l’aria autunnale finalmente? Stagione che non mi fa impazzire, ma fa ricaricare in vista della ruggente estate 2018. Tra poco passeremo anche il giorno più corto dell’anno, quello in cui le tenebre sovrastano la luce e poi, giro di boa, faremo inesorabilmente rotta verso il sole e il caldo. Non vedo l’ora.

Ad ogni modo, l’autunno non è da disprezzare, in particolar modo perché è la stagione delle mostre e degli eventi culturali in città. Ma non solo: per gli amanti della vita all’aria aperta, del sapore delle vere campagne e di quel perduto gusto andato della vita bucolica, siamo sommersi di sagre e fiere che promuovono i prodotti tipici del momento. Non essendo vegana, prediligo porchetta, salsiccia, salame e castagne. Ma è un gusto personalissimo.

Tornando alle nostre amate città, colme di storia, fascino e decadente passione, troviamo un numero impressionante di possibilità per trscorrere dei bellissimi weekend prima di rituffarci nella bolgia della settimana lavorativa.
Alla fine di ottobre è venuta a Roma a trovarmi la mia amica P. di Milano. Lei, di città, ne capisce più di me, zingara mezza acquatica quale sono, e mi ha fatto riflettere una sua frase: “Roma rimane nella memoria dei turisti soprattutto per le dimensioni. Qui tutto è enorme, le strade, i monumnti, la bellezza, le opere d’arte. Rispetto ad altre capitali, Roma è di sicuro quella che lascia un’impronta indelebile nell’anima perché qui anche le sensazioni e i sentimenti sembrano amplificati”.

Per poco non mi commuovo.

Sorvolando sui batticuori romani, in un giorno e mezzo abbiamo visto tre mostre e abbiamo tentato l’ingresso ai Musei Vaticani che, purtroppo, non sapevo fossero chiusi di domenica. Ops!

Se volete passare delle ore stupende immersi nel fascino di ciò che fu un tempo l’avanguardia assoluta dell’arte, ecco i miei consigli su cosa fare a Roma nei prossimi finesettimana.


Mostra su Pablo Picasso alle Scuderie del Quirinale.
Care le mie talpette, certamente che possiamo godere anche noi della magnificenza delle opere pittoriche. Le Scuderie del Quirinale vantano al momento una favolosa collezione di opere del pittore visionario e, udite udite, l’audioguida è dettagliatissima. Non solo ti descrive per filo e per segno che cosa vediamo sulla tela, ma ci racconta la storia di quel dipinto, il suo contesto e l’idea da cui scaturì. Ogni opera ha una spiegazione e vi garantisco che uscirete dall’esposizione soddisfatti ed affascinati.

Il pezzo che preferisco è l’Arlecchino Musicista. Non si vede subito che cosa rappresenta, i colori sono magnifici e la figura di Arlecchino mi mette al contempo una  tale tristezza e talmente tanta gioia… è una maschera dai significati contrastanti e nel mio personale immaginario ha un ruolo molto importante. Lui è il sorriso, è la lacrima, è il colore ed è il ricordo che, alla fine, siamo tuttidestinati a ritornare cenere. eppure, è vestito a festa, di tutte le tonalità possibili e suona allegramente. 



Mostra su Monet al Vittoriano.
Il palazzo che preferisco in tutta la Capitale ospita – ma ancora per poco – una serie sbalorditiva di opera del grande fondatore del movimento impressionista. Le impressioni, le ombre, le sensazioni, non potrete uscire dalla mostra senza sentirvi anche voi catapultati nella Francia di metà Ottocento. Anche qui, l’audioguida merita menzione. Non sono spiegate tutte le opere esibite ma, in ogni caso, quasi tutte hanno una loro descrizione audio dettagliata e la voce narrante vi renderà partecipi di tutti i motivi per cui un certo quadro ha visto la luce. 
Adoro Monet, anche lui aveva problemi di vista, sapete? Mi piace pensare che non abbia mai veramente terminate i suoi dipinti, lasciando dei contorni molto evanescenti e sfuocati, perché in realtà non li vedeva. È solo una mia supposizione, ma mi fa sorridere pensare che sia così. L’esibizione è riuscitissima: i quadri collezionati sono bellissimi e ispirano; inoltre hanno anche installato un corridoio in cui dall’alto vengono proiettate delle immagini che fanno credere al visitatore di camminare sull’acqua dello stagno della casa di Monet, stagno in cui si trovavano le famosissime ninfee.
L’opera che preferisco , ovviamente, è la barca a vela. Un paesaggio calmo e con effetto balsamico su chi lo guarda. Un tramonto caldo, rosso e disteso. Una barca a vela blu con le vele spiegate ma che scivola placidamente sull’acqua morbida. Sapete che amo il mare e che uno dei miei sogni è quello di diventare velista, ma per davvero, non solo vorrei sapere come funziona una barca, ma vorrei saperla vivere appieno. Questo quadro sembra la ricompensa dopo tanto vagare, la sera calma dopo una giornata faticosa, il premio per chi ha resistito contro la tempesta e adesso si trova a godere di un tramonto che farebbe invidia al paradiso mentre la propria barca muove lentamente verso terra.


Mostra di Hokusai all’Ara Pacis.
Ok, questa deve piacere. Si tratta di un gusto artistico molto lomntano da quello a cui siamo abituati e non è facilissimo apprezzare ogni singolo pezzo. Passiamo dal semi-erotico ai progenitori dei manga, dai paesaggi ai visi durissimi di giapponesi integerrimi. Ovviamente, il pezzo principale è la Grande Onda, motivo per cui la gente va a vedere questa mostra, in fin dei conti. Purtroppo, non ho preso l’audioguida, quindi non sono in grado di raccontarvi come fosse e se possa davvero essere d’aiuto alle talpe. Ad ogni buon conto, non serve essere dei conclamati critici d’arte per poter spiegare che cosa viene ritratto nelle varie opere.
Se avete letto l’articolo precedente, saprete di certo che amo la Grande Onda. Mi sembra la perfetta rappresentazione della mia generazione, quella dei quasi trentenni. Un gruppo vasto ma sottomesso di persone che cercano la propria strada, contrastando generazioni anziane marce e graniticamente fossilizzate sulle poltrone, mentre l’angoscia di qualcosa di terribile che ci sta per precipitare addosso non ci fa dormire. Barchette troppo piccolo per resistere all’urto dell’onda e troppo lontane per potersi aiutare a vicenda. Tutti individualisti e tutti soli. E intanto, il momento è cristallizzato. Infatti, nonostante l’impegno e il terrore, non sta succedendo proprio niente. E forse questa è la cosa peggiore di tutte.



Cari miei, datevi una mossa e andate di corsa a vedere queste mostre, meritano senza alcun dubbio!