Italiano: chi sei tu?




Mi chiedo che cosa penserebbero i grandi personaggi del passato se solo potessero vederci oggi. Silvio Pellico, Caterina la Grande, Indro Montanelli, Giuseppe Garibaldi… Non ci facciamo una grande figura.

Negli ultimi dieci anni i nostri governanti sono stati selezionati e non eletti. Quei pochi che erano stati eletti dal popolo sono stati prontamente e rapidamente sostituiti, per poi essere demonizzati e accusati di incarnare l’origine di ogni male del Paese. Abbiamo assistito a continui dissanguamenti economici, dall’estrazione dalle casse del tesoro dello Stato dei soldi per l’inutile reddito di cittadinanza, che incentiva solo a non cercare lavoro e a vivere da parassiti a carico dei contribuenti lavoratori. Vediamo interventi esteri nelle nostre amministrazioni. Vediamo burattini senza spessore posti nei punti chiave della gestione degli interessi primari del Paese. Sempre di più la correttezza, l’onestà e la rettitudine – una volta valori fondamentali di ogni famiglia italiana – sono ridotti a motivi di scherno. La giustizia certamente non collabora con il cittadino e, anzi, dimostra regolarmente che la compressione dei diritti degli onesti è cosa dovuta, al fine di salvaguardare persone che, di fatto, sono solo criminali.

Chi ha orecchie per intendere, intenda.

E poi è arrivato il coronavirus.

L’italiano, ottenebrato dal cattolicesimo di paese, spaventato sin dall’infanzia dall’idea della morte e della malattia, torturato nell’animo dal vittimismo e dalla folle necessità di soffrire sempre, si è trovato spiazzato – come tutti – davanti a un nemico invisibile e presumibilmente letale. Non sono in grado di dire se questo virus è mai esistito in natura o se è un infelice prodotto di ricerca scientifica volta alla creazione di agenti patogeni utili alla guerra biologica su larga scala, e nemmeno so dire quale sia stato il primo veicolo di diffusione. So per certo, però, che il covid è uno strumento eccezionale per arrivare alla distruzione delle economie occidentali, da un lato, e al controllo della popolazione, dall’altro.

Simbolicamente ci hanno tappato la bocca e ci tengono a debita distanza, visto mai che possiamo scambiare due pensieri intelligenti. Spero non sia vero quello che si vede, in altre parole che all’italiano medio bastano il cellulare, il calcio e Maria De Filippi per essere tranquillo, poi al futuro ci pensiamo dopo.

Ma dopo quando?

Giuridicamente, i DPCM che ci indicano il percorso preciso entro il quale può camminare, non hanno forza di legge. Lo dimostra che la Provincia Autonoma di Bolzano ha lanciato una sonora pernacchia all’ultimo decreto del 24 ottobre – il quale impone un vero e proprio coprifuoco, o meglio, un lockdown non dichiarato. La Sicilia sta affrontando lo stesso discorso in questo momento. Mi chiedo se Bolzano abbia avuto mano libera solo perché è una provincia PD. E se il Friuli Venezia Giulia, regione a guida leghista, assumesse la stessa linea di contrasto con il Governo?

Addirittura i trendy radical chic sinistroidi a capo delle voci culturali del Paese stanno sorgendo il naso davanti alla chiusura di cinema e teatri, ennesimo grande dramma del momento, dato che si tratta di un settore che impiega migliaia di persone e, purtroppo, con una percentuale di lavoro nero e precario da fare impallidire.

Temo che nessuno si sia realmente accorto della direzione in cui stiamo andando. Ormai non si tratta più di destra o sinistra, concetti quasi desueti. Stiamo ritornando ad avere una società suddivisa in due sole classi sociali: i ricchi, oligarchi, al comando o comunque residenti nell’olimpo dei pochi, e tutti gli altri, massa indistinta di schiavi, servi e pecoroni.

Stiamo assistendo inermi alla scomparsa della borghesia, della classe media, della classe delle persone che lavorano e che nei secoli a partire dalla Rivoluzione Francese hanno iniziato le lotte che hanno condotto al Risorgimento.

Chi ha materialmente portato al progresso sociale? Chi ha lottato fino alla morte per l’indipendenza del Paese? Chi ha combattuto per i diritti civili e politici che oggi ci stanno rimuovendo chirurgicamente dalle coscienze?

Credo che ormai sia giunta l’ora di fare i conti con noi stessi, prima di tutto. Il momento storico richiede unità d’intenti e un profondo ragionamento su quali sono realmente i nostri valori.

Dobbiamo forse rispondere, per la prima volta nella storia repubblicana, alla domanda cruciale: chi siamo noi?

Di che cosa si compone l’essere italiano? Chi è italiano? Quali sono i principi e i valori a fondamento dello spirito italiano? Non consideriamo la Costituzione, le leggi e la storia che ci hanno portati fino a oggi. Pensiamo liberamente, nel rispetto del passato e cogliamo finalmente tutti quei tratti positivi che pervengono proprio dal passato.

Ma rispondiamo.

Quali sono i nostri valori?

Una volta stabilito chi siamo e quali sono per noi, i valori imprescindibili del nostro essere, allora credo che tutto diventerà molto chiaro e semplice. Siamo troppo disabituati a vivere serenamente e con onore. È ora di riprendere in mano le nostre vite.

Chi siamo? Chi è italiano? Quali sono i nostri principi irrinunciabili?

Ripartiamo dalle nostre intime coscienze. Ripartiamo dalla coesione nazionale.